sonic heroes recnsione per xbox

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piotrix
view post Posted on 11/12/2011, 11:25




Editore: Sega
Sviluppatore: Sonic Team
Genere: Platform
Giocatori: 1-2
Versione provata: Europea (Edizione Italiana)
Piattaforma: Microsoft Xbox
Disponibile anche per: Sony Playstation 2, Nintendo Gamecube, PC

Puntualizziamo immediatamente una cosa: Sonic Heroes è un gioco, come un altro. Punto. E’ superficiale quantomeno prevenuto provarlo con l’idea o che sia il grandioso ritorno ai fasti e al gameplay naif dei primi gloriosi Sonic, o la riprova che tanti nostalgici e fondamentalisti radicali del videogioco hanno utilizzato a conferma del fatto che Sonic non è fatto per il 3D, che è stato, dev’essere e sarà una tipologia di prodotti adatta esclusivamente a una grafica bidimensionale. Chiuso il discorso. Inutile dire, che in mezzo a tanto fumo, di arrosto non se n’è visto granché in tutti questo tempo di prolissi dibattiti tra gli estimatori del riccio blu. Chi ha avuto la fortuna di provare i due Sonic Adventure per Dreamcast e ha poi provato questo gioco lo sa meglio di me. Ammettiamo pure che il Sonic Team abbia volutamente semplificato in modo sostanziale il gameplay come omaggio ai cari vecchi tempi, accantoniamo anche un possibile giudizio negativo verso una trama volutamente scarna e una caratterizzazione dei personaggi distorta, infantile e approssimata, evidentemente entrambi non funzionali e non strettamente necessari per un platform che si vuole accostare ai canoni dei grandi classici degli anni ’90. D’altronde neanche Mario ha mai avuto delle storie o dei dialoghi da premio Oscar, eppure i suoi giochi hanno dimostrato di resistere all’effetto del tempo, hanno saputo evolversi senza snaturare nulla del concept originale, ma, soprattutto, hanno sempre garantito ore e ore di sano divertimento. Probabilmente i ragazzi del Sonic Team avranno pensato “perché non facciamo anche noi lo stesso?”. Se i fan più sfegatati gridano allo scandalo alla vista dei livelli di pesca di Big il gatto in SA e a quelli di caccia al tesoro del 2, perché a questo punto, a furor di popolo, non buttarsi nella creazione di un platform all’insegna totale dell’azione più pura e veloce? Ora, scrollandoci di dosso qualsiasi idea dogmatica e ideologia di natura puramente fideistica, cerchiamo di giudicare Sonic Heroes per quello che è. Un gioco. Un semplicissimo gioco. Che, ahinoi, lascia non più di qualche perplessità e, per quanto si cerchi di guardare il lato positivo della medaglia, fa mostra di lacune e buchi che diventeranno lampanti se non di dimensioni esasperanti nelle produzioni seguenti, veri e propri campanelli d’allarme che quasi nessuno è stato capace di sentire e prendere sul serio (o non ha voluto).
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Reduci dall’ultima esaltante esperienza con Sonic Adventure 2, è normale comunque non nutrire una certa aspettativa per il nuovo sgargiante platform targato Sonic Team. Una volta inserito il disco già è possibile vedere comunque gli enormi ridimensionamenti che sono stati fatti a i menu: a parte la modalità in singolo, in cui avrete la possibilità di giocare scegliendo tra la bellezza di ben tre team (Team Sonic, Team Dark, Team Rose e delle vecchie conoscenze: il Team Chaotix), cosa che ricorda vagamente la possibilità di selezionare tra eroi e cattivi in SA2, e a quello in cui avrete la possibilità di rigiocare gli stage in cui siete già stati, notiamo che è stata introdotta una modalità multiplayer e che è disponibile un menu dove poter rivedere le scene cinematiche del gioco. Tutto qui, nessun extra particolare, niente di niente. Ma andiamo ora ad esaminare la nuova meccanica del gioco in squadra che sembra essere il vero succo del titolo in questione. Mentre in SA2 era possibile controllare solo un personaggio alla volta, qui ne dovremmo controllare la bellezza di tre a stage, ognuno con la sua funzione peculiare. Un personaggio, contrassegnato dal colore blu, sarà quello maggiormente adibito alle funzioni di corsa e agilità, nonché ad azioni simil-Spin Dash (cioè Sonic per l’omonimo Team, Shadow per il dark, Espio per i Chaotix ed Amy per il Team Rose). Un altro avrà la capacità di volare (Tails con le sue code, Rouge e Charmy con le loro ali e Cream con le sue orecchie), risultando così di valore fondamentale per la squadra e in alcune parti del gioco. Un altro, invece, avrà capacità più spiccate per quanto concerne l’uso della forza e la capacità di distruggere (rispettivamente Knuckles, Omega, Vector e Big). Ogni personaggio, dunque, avrà la propria specializzazione, nessuna meno importante dell’altra, in quanto avrete bisogno, allo stesso modo, di tutte e tre per proseguire all’interno del gioco. Tramite due tasti del pad, sarà possibile scorrere tra chi fra i tre dovrà guidare tutto il resto del team, passando così al controllo del personaggio desiderato, mentre gli altri due faranno da spalla. E fin qui non ci sarebbe nulla da controbattere. I ragazzi del Sonic Team hanno voglia di sperimentare? Lasciamoli fare, d’altronde non è proprio così che molti videogiochi memorabili sono nati? Per quanto riguarda le caratteristiche strutturali, fortunatamente(?) ritroveremo il Sonic di sempre: veri e propri ottovolanti, giri della morte, folle corse, distruzione di intere armate di robot saranno il vostro pane quotidiano. Il tutto condito da una grafica che, seppur presentando dei modelli poligonali piuttosto modesti (su Console a 128 bit di prima generazione si è visto di meglio, ma è anche vero che si è cercato di alleggerire il motore grafico onde permettere un frame rate abbastanza alto), fa sfoggio di textures e colori vivaci e luminosi, che non potranno far altro che provocare la tipica lacrimuccia nostalgica a chi conosce bene il riccio quando era ancora in fasce (le textures a scacchiera del terreno di alcune piste erbose nei primi livelli sono un chiaro richiamo al primo storico Sonic The Hedgehog, anno di grazia 1991), con una buona alternanza di ambientazioni, da livelli che ricordano la cara vecchia Green Hill, agli stage di ambientazione notturna da casinò (come quelli visti nel primo SA), da piattaforme sospese nel cielo sopra le armate da combattimento del dottor Eggman, fino a castelli infestati da fantasmi e deserti assolati. E poi?, chiederete voi. Beh, ragazzi, che ci crediate o no, il gioco finisce qui! Eh, già, avete capito bene! Un tocco di rampa di velocità di là, tre personaggi sullo schermo di qua, ed eccovi servito il nuovo platform di Sonic!!! Fine della favola. E qui iniziano le brutte notizie.
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Ora, è complicate cercare di capire che cosa passasse per la testa ai ragazzi della software house di Tokyo per volersi auto infliggere un harakiri così inaspettatamente, proprio mentre la loro mascotte stava vivendo il suo momento di gloria. E soprattutto a cosa pensassero i giornalisti e i fan al momento dell’uscita del gioco. Tra dei commenti piuttosto modesti (“un platform divertente e senza pretese”), fino a veri propri osanna quali “il miglior Sonic di sempre”, dove, praticamente, si corre, si fa mattanza di automi e basta. Parliamoci onestamente: se tutti i titoli di Sonic fossero stati come questo Sonic Heroes, Sega sarebbe letteralmente andata in bancarotta finanziaria già da un pezzo. Non si chiede mai la luna quando giochiamo a un platform, o tantomeno un kolossal multimiliardario. Io, personalmente, sono un estimatore di Sonic, ma, prima di qualsiasi altra cosa, un videogiocatore. Per me posso esserci anche tutti i centinaia di personaggi secondari che sono comparsi nella serie fino ad oggi, ma se il gioco non mi diverte, se si deve rivelare un ammasso di cliché di gameplay tipici della saga l’uno addossato sull’altro senza un minimo logica, dove tutto sa di già visto e propende verso la monotonia assoluta, allora no, non ci sto. E’ un emerita presa in giro. Questo Sonic Heroes mutila tutto ciò di buono che un brand come Sonic, che pareva evolversi in positivo in modo inarrestabile, stava offrendo fino ad allora al mondo dei videogiochi. Dimenticatevi la varietà di situazioni a cui il giocatore faceva fronte nei primi due Sonic Adventure, fate piazza pulita persino di quelle sezioni squisitamente esplorative e di quei personaggi che avevano il semplice scopo di introdurci a degli stage in cui si faceva ben altro che correre, giusto per alternare l’esperienza ludica (e non per “smorzare” inutilmente il ritmo, come i più bigotti hanno sfacciatamente dichiarato): il gameplay è di una linearità assurda, non c’è alcuna variazione al tema principale, è tutto uguale dall’inizio alla fine, le situazioni di fronte alle quali viene posto il giocatore sono solo dei spudorati copia e incolla di codici di programmazione e basta. Tanto per cominciare, i livelli sono stati strutturati con una schematicità disarmante: per capire quello che voglio dire, sarà sufficiente fare alcuni esempi. Nel livello “Hang Castle” dovremmo combattere contro fantasmi che fuoriescono dai quadri, avere a che fare con interruttori di vario genere che o capovolgono il giocatore a testa in giù, o lo fanno ritrovare in un posto in cui bisogna uccidere altri fantasmi, correre e uccidere ancora nemici. Una delle cose sopracitate viene ripetuta come minimo altre tre volte. Nello stage “Rail Canyon” avremo a che fare con piattaforme sospese a mezz’aria, grindrail infinitamente lunghi, uccisione di robot e corse sul vagone di una miniera. Una delle cose sopracitate viene almeno ripetuta per tre volte. Nel livello "Egg Fleet" avremo a che fare con piattaforme sospese, dovremo fluttuare a mezz’aria tramite ventilatori giganti e correre uccidendo nemici. Ah, dimenticavo, una delle cose sopracitate viene ripetuta almeno tre volte. Senza contare che poi, in tutti i livelli, bisogna uccidere un boss ogni tanto, trovare l’interruttore giusto, e correre su delle rampe che sembrano una uguale all’altra, con la classica inquadratura cinematografica che riprende tutto il giro della morte (istantanea del giocatore che, sbalordito, sospira “ooohh!!!). Beh, tutto qui? Era davvero così faticoso mettere qualche cosetta in più? Con un level design del genere, difficile non supporre che un gioco simile sia stato programmato durante le pause pranzo, altrimenti non si spiegherebbero tutte queste ridondanze così lampanti, questi deja vù continui, e, comunque, l’impressione che l’intero impianto sia basato su un ripetere continuamente le stesse cose migliaia di volte, appiattendo completamente il livello di sfida e lasciando il giocatore a sbadigliare e a prendere parte a questo platform in modo passivo e disimpegnato. Insomma, un gioco creato con un programma di sviluppo amatoriale in confronto ha una progettazione dei livelli da manuale. I quali, a proposito, sono inspiegabilmente vasti e dispersivi. Infatti, come se non bastasse, i ragazzi del Sonic Team hanno deciso di alternare ai lunghissimi e monotoni grindrail e alle piste con giro della morte incluse delle parti estese più in vastità che in lunghezza, in cui il giocatore ha quasi la sensazione di perdersi. Dal punto di vista dello spazio, Sonic Heroes è un monumento alla futilità e al superfluo. Ci ritroveremo spesso e volentieri a che fare con chilometri e chilometri quadrati di pezzi di stage, e tutto questo solo per nascondere qualche bonus e qualche chiave alla rinfusa (le quali permettono l’accesso a livelli bonus, tutto sommato abbastanza divertenti, paradossalmente miglior di quelli principali). Per carità, non che l’esplorazione debba essere proibita per sempre dai giochi di Sonic, ma chiaramente in un prodotto in cui la velocità rappresenta il cardine di tutta la giocabilità, la bilancia dovrà necessariamente pendere a favore della seconda. Esperienza la quale è poi peggiorata dal succitato level design trascurato e dalla pessima giocabilità. Sonic Heroes è infatti dotato di un sistema di controllo che, nonostante mostri di rispondere tempestivamente alla pressione dei pulsanti del pad, d’altra parte soffre di un sistema di puntamento che definire approssimativo sarebbe poco. E’ disarmante notare come i personaggi schizzino sullo schermo alla leggera pressione del controller e come invece in aria la traiettoria loro dei salti sia praticamente incontrollabile. Non di rado avrete a che fare con morti accidentali quali cadere in una voragine causa cilecca della mira verso un nemico fluttuante durante uno spin dash, o per aver leggermente spinto il controller di lato, col risultato di mancare per un millimetro il grindrail. Stendiamo infine un velo pietoso sulla colonna sonora (se così si può definire una serie di musichette da emicrania di qualità scadente), il pessimo doppiaggio e il sistema d inquadrature, forse il peggiore mai visto in un videogioco.
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Nonostante non si possa negare a Sonic Heroes di fornire qualche spunto interessante, il titolo targato Sonic team lascia più di una volta l’amaro in bocca e l’impressione che il disimpegno con cui sia stato sviluppato sfiori a dir poco la negligenza. Se le prime cinque-sei sessioni di gioco possono risultare gradevoli, attestandosi al livello della “carineria”, col proseguire attraverso gli stage tale livello precipita rovinosamente, verso un totale senso di noia e frustrazione. Dispiace davvero come una storica icona dei videogiochi quale Sonic sia stata e sia tuttora bistrattata in questo modo indegno da parte di Sega. Sconcertante è inoltre la svolta che tale gioco darà a tutta la serie, distruggendone completamente qualsiasi spessore cultural-videoludico in nome di una spudorata politica di merchandising. Si potrebbe parlare dei continui spin-off proposti con allarmante frequenza, dei successivi Shadow The Hedgehog, Sonic The Hedgehog per Xbox 360 e PS3, a dimostrazione di ciò. Resta comunque il fatto che paragonare questo gioco con i primi due Sonic Adventure (misteriosamente rivalutati in negativo dal mainstream della critica video ludica) è quanto mai improponibile: dove sono finiti i livelli brevi ma intensi dei giochi usciti per Dreamcast? Che fine ha fatto l’illuminato e spericolato level design da ottovolante, veloce sì, ma non per questo superficiale e piatto? Ma soprattutto, che fine ha fatto la profondità di gameplay e lo spessore che aveva da sempre caratterizzato la serie di platform della mascotte Sega? Intanto Nintendo, Sony e Micorsoft ringraziano. Con uno scenario così desolante è difficile credere che il povero riccio e i suoi amici abbiano un brillante futuro di fronte a sé. Nella speranza che i ragazzi del Sonic Team rinsaviscano o passino a mani migliori la loro creatura, il giocatore medio continua pazientemente ad aspettare, nel segno di un nuovo decennio che, ci auguriamo vivamente, possa essere una rinascita per questo brand, bastonato in un tutti i modi possibili immaginabili. Per il momento non ci resta che girarci dall’altra parte e tornare a giocare coi nostri cari vecchi Dreamcast o, meglio ancora, con un bel Sega Megadrive.

Grafica: 7
Sonoro: 5
Giocabilità: 4
Longevità: 5

Voto: 5,5

PREGI:
+ Graficamente gradevole
+E' Sonic!

DIFETTI:
- Da giocare a casse spente
- Gameplay da lobotomia
-Level design da amatore, se non peggio
- Telecamera decisamente migliorabile
 
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