recensione beator

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Djdavid96c
view post Posted on 24/1/2010, 19:53




Molto spesso (forse anche troppo negli ultimi tempi) vi abbiamo parlato dei cosiddetti “giochi musicali” intendendo quel genere di divertissement ludico basato su meccaniche di stampo prettamente musicale o comunque ritmico. Quello che invece vi proponiamo oggi è qualcosa di completamente diverso, anche se, per certi versi, molto affine al concetto appena espresso.
“Liquidare” l’ultima fatica di Rockstar Games (frutto di una ricca collaborazione con il famigerato Timbaland), Beaterator, come un semplice “gioco musicale” non avrebbe alcun senso. Ecco perché piuttosto ci riferiremo a questo prodotto con un termine completamente nuovo, ossia “musica giocabile”. Cosa vogliamo dire? Scopriamolo insieme in questa review così capirete, tra le altre cose, anche la totale assenza di voti numerici.

Live Music and Studio Playing

Chiariamo subito una cosa: Beaterator non è un gioco a tutti gli effetti, quanto piuttosto una specie di tool musicale (nasce infatti come tale su pc), ovvero qualcosa che vi permette, con un approccio semplificato ed estremamente gratificante, di creare “musica portatile”. Ne viene da sé che un prodotto del genere trascende la semplice buona volontà di chi ne fruisce, sconfinando nettamente in un discorso di “abilità” dove l’utente, più che un "Guitarrista" dell’ultima ora, deve essere già padrone di un minimo di base musicale o, quantomeno, di buon orecchio. Il titolo Rockstar non fa assolutamente nulla per modificare quest’impressione, amplificando anzi l’assoluta sensazione di avere tra le mani un programma per Personal Computer, il cui solo scopo è la composizione e la registrazione di brani. L’esperienza è quindi divisa sostanzialmente in due sole modalità cui si accede con estrema semplicità dal menu di gioco. Parliamo delle modalità “Live Play” e “Studio Session” che, se proprio avete l’esigenza di accostare a qualcosa di vagamente ludico, ricordano per certi versi il Guitar Hero Studio del celeberrimo bemani Activision. Live Play è certamente la modalità cui punteranno tutti i musicisti alle prime armi, ed è probabilmente anche quella più gratificante. Si tratta in effetti di una schermata estremamente semplice dove, grazie alla combinazione di pad e tasti frontali, è possibile avviare, fermare o mettere in loop un numero impressionante di groove (una serie ritmica che si ripete ciclicamente) ed effetti sonori, alcuni dei quali di fattura più che pregevole.


In pochi passi e con pochissime difficoltà chiunque sarà in grado di imbastire un pezzo apprezzabile ed estremamente orecchiabile. A questo si aggiunge la possibilità, ben integrata e facilmente accessibile, di modificare in diretta tutti i groove in esecuzione. Assimilato il tutto, e consultata tutta una serie di lunghi ma esaustivi tutorial - premesso che ne abbiate la voglia e la pazienza - potrete allora passare alla Studio Session in cui, partendo dalle stesse basi della modalità Live Play, le possibilità di editing si ampliano esponenzialmente. Per farvi un paragone è come se si passasse da un mixer a svariati canali ad una vera e propria console da studio di registrazione dove, grazie ad una complessa serie di combinazioni di tasti è possibile modificare praticamente qualsiasi aspetto del pezzo da voi composto. Ce n’è per tutti i gusti: dalla modifica delle battute ritmiche al volume del suono, dall’editing degli strumenti sino a quello dei groove. Tutto, ma proprio tutto, viene messo nelle mani dell’utente, dando a chiunque la possibilità di improvvisarsi produttore. Infine, se la vostra PSP è fornita di microfono, la modalità Studio Session vi darà anche la possibilità di registrare breve tracce audio in formato wave, così da poter personalizzare ed arricchire ancora di più la vostra produzione musicale. Ciliegina sulla torta, il vostro brano potrà essere salvato sulla memory stick PSP in formato wave o midi per essere poi passato sul vostro computer.
Esso è un ottimo programma per5 chi ama la musica.image
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